Associazioni tra marcatori di infiammazione nel liquido cerebrospinale, lesioni della sostanza bianca e declino cognitivo in individui senza demenza
La malattia dei piccoli vasi ( SVD ) e la neuroinfiammazione si verificano entrambe nella malattia di Alzheimer, e in altre malattie neurodegenerative.
Non è chiaro se questi processi siano meccanismi correlati o indipendenti nella malattia di Alzheimer, soprattutto nelle prime fasi della malattia.
È stata quindi studiata l'associazione tra le lesioni della sostanza bianca ( WML; la manifestazione più comune di malattia dei piccoli vasi ) e i biomarcatori di neuroinfiammazione nel liquido cerebrospinale e i loro effetti sulla cognizione in una popolazione senza demenza.
Sono stati inclusi gli individui senza demenza provenienti dallo studio svedese BioFINDER.
Il liquido cerebrospinale è stato analizzato per marcatori proinfiammatori ( interleuchina IL-6 e IL-8 ), citochine ( IL-7, IL-15 e IL-16 ), chemochine ( proteina 10 indotta dall'interferone gamma, proteina 1 chemoattrattiva dei monociti [ IP-10 ] ), marcatori di danno vascolare ( molecola di adesione intercellulare solubile 1 [ sICAM-1 ], molecola di adesione vascolare solubile 1 [ sVCAM-1 ] ) e marcatori di angiogenesi ( fattore di crescita placentare [ PlGF ], tirosina chinasi 1 correlata a fms solubile [ sFlt-1 ], fattori di crescita endoteliale vascolare [ VEGF-A e VEFG-D ] ), e amiloide beta ( A-beta42, A-beta40 e p-tau217 ).
I volumi delle lesioni della sostanza bianca sono stati determinati al basale e longitudinalmente nell'arco di 6 anni.
L'attività cognitiva è stata misurata al basale e al follow-up per 8 anni. Per testare le associazioni sono stati utilizzati modelli di regressione lineare.
Sono stati inclusi in totale 495 individui anziani cognitivamente non-compromessi ( CU ) e 247 pazienti con deterioramento cognitivo lieve ( MCI ).
Si è verificato un peggioramento significativo delle capacità cognitive nel tempo, misurato mediante la scala MMSE ( Mini-Mental State Examination ), la scala CDR ( Clinical Dementia Rating ) e il punteggio composito Alzheimer preclinico modificato negli individui cognitivamente non-compromessi e nei pazienti con deterioramento cognitivo lieve, con un peggioramento più rapido del deterioramento cognitivo lieve per tutti i test cognitivi.
Al basale, livelli più alti di fattore di crescita placentare ( PIGF ) ( beta=0.156, P minore di 0.001 ), livelli più bassi di sFlt-1 ( beta=-0.086, P=0.003 ) e livelli più alti di IL-8 ( beta=0.07, P=0.030 ) erano associati a più lesioni della sostanza bianca negli individui cognitivamente non-compromessi.
Nei soggetti con deterioramento cognitivo lieve, livelli più alti di fattore di crescita placentare ( beta=0.172, P=0.001 ), IL-16 ( beta=0.125, P=0.001 ), IL-8 ( beta=0.096, P=0.013 ), IL-6 ( beta=0.088, P=0.023 ), VEGF-A ( beta=0.068, P=0.028 ) e VEGF-D ( beta=0.082, P=0.028 ) erano associati a più lesioni della sostanza bianca.
Il fattore di crescita placentare era l’unico biomarcatore associato a lesioni della sostanza bianca indipendentemente dallo stato di A-beta e dal deterioramento cognitivo.
Le analisi longitudinali della cognizione hanno mostrato effetti indipendenti dei marcatori infiammatori del liquido cerebrospinale e delle lesioni della sostanza bianca sulla cognizione longitudinale, specialmente nelle persone senza deterioramento cognitivo al basale.
La maggior parte dei biomarcatori neuroinfiammatori del liquido cerebrospinale sono stati associati a lesioni della sostanza bianca in individui senza demenza.
I risultati hanno evidenziato in particolare un ruolo per il fattore di crescita placentare, che era associato al lesioni della sostanza bianca indipendentemente dallo stato A-beta e dal deterioramento cognitivo. ( Xagena2023 )
Gertje EC et al, Neurology 2023; 100: e1812-e1824
Neuro2023
Indietro
Altri articoli
Misure di emostasi di mezza età, declino cognitivo a 20 anni e demenza incidente
Le concentrazioni ematiche di fattori emostatici influenzano la trombosi e la diatesi emorragica e possono contribuire al deterioramento cognitivo attraverso...
Associazione del cambiamento di peso precoce con declino cognitivo nei pazienti con malattia di Parkinson
Si è determinato se il cambiamento di peso precoce sia associato al successivo deterioramento della funzione cognitiva, comprese le prestazioni...
Epilessia, fattori di rischio vascolare e declino cognitivo negli anziani: Cardiovascular Health Study
Studi recenti hanno dimostrato che la capacità cognitiva globale tende a diminuire più velocemente nel tempo negli anziani di 65...
Effetto della terapia con statine sul declino cognitivo e sulla demenza incidente negli anziani
L'effetto neurocognitivo delle statine negli anziani rimane incerto. Sono state esaminate le associazioni dell'uso di statine con il declino cognitivo...
Le statine non-correlate al declino cognitivo o alla demenza negli anziani
La terapia con statine sembra non essere associata al declino cognitivo o alla demenza tra gli anziani. Una ricerca ha esaminato...
Assunzione di flavonoidi dietetici per lungo periodo e declino cognitivo soggettivo negli uomini e nelle donne statunitensi
Sono state esaminate in modo prospettico le associazioni tra flavonoidi alimentari a lungo termine e declino cognitivo soggettivo ( SCD...
Effetti a lungo termine degli inibitori della colinesterasi sul declino cognitivo e sulla mortalità
Si è determinato se gli inibitori della colinesterasi ( ChEI ) siano associati a un declino cognitivo più lento nella...
Associazione del delirium con il declino cognitivo nel lungo periodo
Il delirium è associato a maggiori costi ospedalieri, complicazioni sanitarie e aumento della mortalità. Le conseguenze a lungo termine del...
Deposizione di beta-amiloide e sospetta patofisiologia non-Alzheimer e pattern di declino cognitivo per 12 anni nei partecipanti anziani senza demenza
La prevalenza delle condizioni patologiche del cervello associate alla malattia di Alzheimer aumenta notevolmente con l'età. Poco si sa sulla distribuzione...